PANZA, CRIANZA, RICORDANZA

FAME
mi fa fame

tratto dal libro “Panza, crianza, ricordanza – tre pezzi dalla solitudine”

scritto, diretto e interpretato da
Giancarlo Cauteruccio

assistente alla regia Massimo Bevilacqua 

produzione Teatro Studio Krypton

FAME prende corpo da un poemetto in dialetto calabrese composto da Giancarlo Cauteruccio sulla condizione di disagio del mondo contemporaneo e le sue molteplici problematiche.Il testo è contenuto nel libro Panza, Crianza, Ricordanza, che raccoglie tre drammaturgie del regista (edizioni della Meridiana 2009). La sua fame, condizione disperante, rifugio, luogo poetico e creativo ad un tempo, diviene occasione di dirompente denuncia contro l’orrore.
Un lavoro della memoria sulla memoria, sulla fame onnivora che tutto ricorda, dove nulla è suo ma tutto le appartiene. Solo in scena, affiancato dai suoi fantasmi e dai i suoi sensi, il regista/attore con i suoi versi affronta lo smembrarsi del tempo, dei fatti, dei luoghi portando su di sé i segni della sua condizione di ammalato di fame insaziabile e affidando alla sua lingua madre questa nuova messa in gioco di tutto il suo corpo, poetico, fisico, teatrale.
Versi che si situano nelle pieghe, nelle differenze, nelle disparità, nella vecchia dicotomia di un occidente troppo grasso per pensare, dalla mente poco sgombra, e di un oriente produttore di saperi e figure sottili, vittima di una fame senza rimedio. FAME è un lamento, un grido che lentamente si fa poesia per raccontare la guerra del cibo, la guerra dei ricchi e dei poveri, attraversando l’immaginario letterario e artistico medievale e rinascimentale (paese di cuccagna, guerra di quaresima e carnevale) e le opere di ArtaudCeline e soprattutto Hamsun.
Giancarlo Cauteruccio qui prende con sé tutto il dolore di chi mette in gioco la propria carne nella propria carne, amplificando l’ambiguità di una condizione disperante e tragica. Ne fa urlo, strepito, canto, un canto che si leva sui conflitti del mondo pur rimanendo nel mondo, opponendosi all’orrore quotidiano che è solo una ripetizione di quello trascorso, della guerra che è sempre la stessa, della distruttività umana inalterata nel tempo. I suoi versi esaltano il paradiso possibile di un ritrovato equilibrio con la natura da cui egli preleva gli elementi semplici, come quelli evocati dalle ricette culinarie della sua terra, come la sua lingua, ristoro, risorsa e piacere.
Un’alchimia di suoni e sapori da contrapporre al puzzo mefitico di infera memoria che uccide la natura corrompendone la bellezza.

EVENTI PASSATI

7 maggio 2023

Teatro Gambaro – San Fili

 

DAL 14 AL 17 NOVEMBRE 2022

Auditorium S. Agostino – Paola (CS)

10-11 DICEMBRE 2021 ore 21.00
12 DICEMBRE 2021 ore 16.00
TEATRO NICCOLINI
Via Ricasoli, 3/5 – 50122 Firenze (FI)

 

30 OTTOBRE 2021 ore 21.00
Teatrocittà Centro di Formazione e Ricerca
Via Guido Figliolini, 18, 00173 – Roma (RM)