martedì 26 giugno 2018 – ore 21.00
incontro Cortile Chiesa di Santa Verdiana

Immagine non testo

Stefano Arienti in conversazione con il critico e curatore Lorenzo Bruni

Stefano Arienti, maestro del contemporaneo che (ri)copia letteralmente i grandi del passato, con la leggerezza del tratto e la complicità della luce, porterà qualche esempio di sue opere e di cose che lo interessano sul tema dell’autorialità dell’artista visivo contemporaneo, in un dialogo aperto con il critico e curatore indipendente Lorenzo Bruni.

STEFANO ARIENTI

Classe 1961, Arienti acquisisce la propria formazione artistico-culturale frequentando le lezioni di Corrado Levi al Politecnico di Milano. Le sue opere sono realizzate a partire da un conceptual gesture eseguito su un oggetto, che in questo modo viene sottratto alla sfera dell’uso e dotato di aura, praticando per esempio incisioni o traforature su materiali presi dalla cultura popolare (dischi, pezzi di vecchie automobili). Oltre agli oggetti, l’artista gioca con i personaggi e i luoghi comuni della quotidianità italiana. Negli ultimi anni ha cominciato a realizzare opere e mostre installative, spostando l’analisi dal puro dato oggettuale alla dimensione ambientale. La sua ricerca prosegue sulle linee guida del rapporto con la tradizione popolare che da sempre caratterizza l’artista, ma si completa di uno sguardo a ritroso che Arienti getta sulla propria arte e sul proprio fare tecnico. Arienti ha esposto nelle più importanti istituzioni nazionali e internazionali, tra cui: Museo Nazionale del Bargello, Firenze; MOCA, Cleveland; Collezione Gori, Pistoia; Musée d’Art Moderne, Paris; Museo MAXXI, Roma; Museum of Contemporary Art, Chicago; Palazzo Grassi, Venezia; MoMA PS1, New York.

LORENZO BRUNI

Nato a Firenze, è critico e curatore indipendente e coordina dal 2000 lo spazio non profit BASE / Progetti per l’arte di Firenze. Nel 2016 è stato consulente per la nuova apertura del Museo Pecci di Prato. Nel 2015 insegna Estetica dei New Media all’Accademia di Bologna e continua la sua collaborazione con l’Accademia di Firenze, oltre a curare la mostra collettiva con artisti internazionali “Raccontare un luogo” alla Galleria Astuni a Bologna e la doppia personale alla GAM di Palermo con Gianni Pettena e Marc William Zanghi. E’ stato curatore per differenti istituzioni museali italiane e straniere tra cui Karst, Plymouth, UK; Museo RISO, Palermo; Musée d’art modern de Saint-Etienne Métropole, Francia. La sua pratica curatoriale di ricerca lo ha portato a dare vita a differenti cicli di mostre intesi come piattaforme di riflessione teorico e pratica, divenute successivamente saggi per libri e articoli. Tra questi sono da segnalare quello sull’idea di paesaggio contemporaneo, del viaggio all’epoca di Google Maps, sulla temporalità della scultura contemporanea, della tradizione pittorica astratta dopo la diffusione degli schermi digitali, sulle interazioni tra la performance, il video e il sound design fino a quello sull’eredità del modernismo.