giovedì 29 novembre 2018 – ore 21.30

Sarajevo
la strage dell’uomo tranquillo

Idea e creazione : Gennaro Lauro
Assistenza: Elisabetta Lauro
Disegno luci: Gaetano Corriere
Co-produzione: Sosta Palmizi (Italia)
Finalista del Premio Equilibrio 2018
Selezionato per la Vetrina Anticorpi XL 2018
Sostenuto da: Impasse/Cie Greffe (Genève), Dansomètre (Lausanne), Lo Studio (Bellinzona), La
Ménagerie de Verre (Paris), L’Echangeur – CDCN (Château-Thierry), CND (Paris)

“Un solo per non essere solo”.
Ci ritroviamo immersi in una guerra senza nome né definizione. La attraversiamo e ne siamo attraversati, benché non sappiamo darle un nome. Eppure ci riguarda.
La nostra vita quotidiana è perlopiù piegata a una silenziosa allerta e circospezione: il nostro tempo di pace non è affatto pacifico, ma nervoso, isterico e diffidente.
Cos’è la guerra: è quel che accade al di fuori? nei giornali? nei campi di battaglia, nelle nostre case, in noi stessi? Quante sono le forme della guerra? O è piuttosto una sola e medesima cosa? È quanto accade fuori di noi ad avere un effetto sulla nostra maniera di essere, o è forse il contrario?
Come individui siamo soli: professionalmente soli, emotivamente soli, fisicamente soli, socialmente soli (un ossimoro ormai reale).
Un dopoguerra, però, è forse possibile: una volta che il disastro dell’umanità è assodato e tutto è da ricostruire, potersi ritrovare, accanto e meno soli, in un concreto sforzo fisico, al di là delle solitudini e della paura, perché la paura stessa ha bisogno di un mondo.
Come posso essere meno solo attraverso un solo?
Non esiste uno spazio né un tempo ulteriore per essere umani.
Il paradiso è una forma del momento presente.
***
A volte mi trovi nella stanza
a impazzire con gli spettri,
perché mia madre mi ha detto
di essere gentile con tutti.
Eppure, non sono il Messia che ho pensato a lungo di essere,
ma non è forse mio compito cercare comunque la verità?
Non tutti ne verremo abbagliati.
La luce esiste anche là dove non risplende.
L’illusione dell’eclissi:
siamo noi a nasconderci alla luce nascosta.
Eppure, è con piacere, lo sai?
che quella notte di fine estate
sono morto a Sarajevo
***

Gennaro Andrea Lauro, nato nel 1982 in Inghilterra e cresciuto in Italia, dopo gli studi di Filosofia e Lingue Orientali, si è avvicinato alla danza e al teatro, lavorando dal 2013 per le compagnie Sosta Palmizi (“Sulla Felicità”) e Atacama (“Un bambino”), la compagnia svizzera Greffe (“Zaoum”), e collaborando con la compagnia Cuenca/Lauro (Berlino) come assistente alla creazione di (zero). Ha lavorato come interprete nelle creazioni di Romeo Castellucci, Moses und Aaron per l’ Opéra de Paris e il Teatro Real de Madrid, e Tannhäuser per il Bayerische Staatsoper e l’NHK di Tokyo. A Roma ha fondato il gruppo di ricerca teatrale Caravan, lavorando come interprete nei pezzi No(t)I e Frammenti. Ha anche interpretato piccoli ruoli in produzioni cinematografiche e continua a lavorare come traduttore editoriale. Sarajevo è la sua prima creazione.